Ricostruiamo Tromello è la lista civica che ha vinto le elezioni comunali del 2009 e che ha ottenuto la riconferma a maggio 2014. In questi anni ha amministrato con impegno, onestà e competenza. Vogliamo raccontarvi il paese, con un blog che mette in luce storie, progetti e persone.

Bilancio

COMUNE DI TROMELLO
Assessorato Bilancio
Relazione Finale Legislatura 2009 - 2014

Spiegare cinque anni di lavoro collegandoli agli eventi di carattere economico che abbiamo e che stiamo ancora vivendo non è per nulla agevole. Ma ci proveremo sperando di essere il più chiari possibile, utilizzando pochi numeri e cercando di spiegarvi i concetti basilari. è giusto, alla fine di un mandato, fare un riassunto delle cose fatte, sia quelle note che quelle sconosciute ai più.
Già nel 2009 era lampante a tutti noi della giunta che avremmo dovuto gestire una fase “storica” particolare dell’economia pubblica, in quanto a Roma era già stato impostato il progressivo passaggio al “federalismo fiscale”, un processo che avrebbe ribaltato il concetto gestionale dei nostri comuni. Infatti, si sarebbe passati da un sistema nel quale è lo Stato centrale a garantire tutto e tutti ad un sistema nel quale “l’ente sta in piedi se è gestito in maniera corretta”, basandosi su dei parametri standard definiti a livello nazionale. Fare meglio dello standard vuole dire essere “virtuosi”, fare peggio comporta dei procedimenti punitivi. Questo era il piano iniziale. Purtroppo, tutti sapete cosa è stato per l’economia mondiale il periodo che va da quel 2009 ad oggi: crisi, recessione, spread… parole il cui significato era noto solo agli addetti ai lavori e che ora sono parte integrante del nostro vocabolario quotidiano. Questi anni hanno portato ad accelerare la messa in atto di alcuni procedimenti oramai avviati a livello nazionale e, in alcuni casi, ad un inasprimento delle regole per rimanere in linea di galleggiamento. Un esempio banale ma che ritengo essere chiaro: nel 2009, non esisteva l’ipotesi che comuni come il nostro dovessero rientrare nei vincoli del “patto di stabilità”. A partire dal 1/1/2013 anche noi siamo rientrati in questo “patto” che mette ancora di più in difficoltà gli amministratori per realizzare opere e progetti.
In più diciamo che gli attuali governanti ci stanno complicando ulteriormente la vita, non solo come cittadini ma anche come amministratori, in quanto non sappiamo più se quello che vale alla sera sarà ancora valido al mattino successivo.
Passando ora a parlare di questi cinque anni, nel nostro piccolo abbiamo dovuto lavorare parallelamente su diverse strade, basandosi su dei punti fermi:
  • Non è possibile tagliare servizi ai cittadini e non dobbiamo mettere le mani nelle loro tasche fino al limite del possibile;
  • Dobbiamo mettere in piedi dei piani di intervento sulla totalità delle infrastrutture del paese, partendo dalle strade per arrivare alle scuole, dall’illuminazione pubblica al verde;
  • Bisogna prepararsi a seguire le persone che la crisi metterà economicamente in difficoltà;
  • ……….e le risorse sono scarse.

Nel corso di questi anni abbiamo assistito al calo dei trasferimenti dello Stato (dai circa € 660.000 del 2008 ai € 327.000 del 2013) e, di conseguenza, si è dovuto agire sulla leva delle imposte, in parte per scelta nostra in parte per obbligo statale e di altre cause. Ci è costato molto dover incrementare l’aliquota Irpef comunale ed alcune classi dell’Imu rispetto ai minimi statali, ma doveri di bilancio per finanziare lavori e opere per il bene di noi tutti hanno portato a queste decisioni. In più, proprio con la fine del 2009, è venuta a mancare un’importantissima fonte di risorse per il nostro comune, ovvero il contributo che annualmente, in base alle convenzioni in vigore, la ditta Evergreen versava nelle casse comunali. Infatti, a partire dal 2003 e fino al 2009, questa società ha trasferito al comune € 690.752 a titolo compensativo, esclusi oneri di urbanizzazione ed altre voci. Solo per il 2009, questa voce valeva € 111.600. Per intenderci, è pari al 19% del valore complessivo della Tares.

E’ ovvio che abbiamo cercato di mettere il meno possibile le mani nelle tasche dei tromellesi, cercando di eliminare inefficienze e sprechi all’interno del palazzo e cercando fonti esterne di finanziamento (possibilmente a costo zero) per la realizzazione delle opere.
Questa frase come si traduce operativamente in 2 obiettivi da raggiungere:
  • Produrre avanzo, ossia quello che nell’economia aziendale si chiama “utile”;
  • Risparmiare sulle spese ed eliminare gli sprechi, cercando vie alternative che diano lo stesso servizio al minor costo possibile;
  • Cercare di portare a casa fondi da bandi nazionali/regionali o sponsorizzazioni.

Cosi facendo si è raggiunto l’obiettivo di chiudere sempre in “avanzo” (quindi in utile) i nostri anni di amministrazione. Nei vari anni abbiamo raggiunto i seguenti risultati di bilancio:
  • 2009: € 50.127,48;
  • 2010: € 109.727,39;
  • 2011: € 154.653,07;
  • 2012: € 15.881,55;
  • 2013: € 89.606,71.

Questi, che sappiamo già essere per degli ex-amministratori del nostro comune delle inefficienze gestionali, per noi sono soldi da reinvestire a costo zero, in quanto non comportano richieste di fondi alle banche, attività invece molto utilizzata nel decennio precedente al 2009. E’ ovvio che nei primi anni si è potuto agire di più sul recupero di efficienza della spesa che rispetto al 2012, in quanto oramai il migliorabile era già stato sostanzialmente migliorato.
Appena eletti abbiamo cercato di modificare l’organizzazione del palazzo, centralizzando tutte le responsabilità sul nuovo segretario/direttore generale per ridurne l’impatto sul costo del personale e cercando di caricare il meno possibile il bilancio comunale di spese per risarcire i nostri datori di lavoro per le ore di permesso che utilizziamo per svolgere i nostri compiti istituzionali. Questa voce che per il solo 2008 valeva circa € 28.000, dall’1/1/2010 ad oggi vale zero.

Abbiamo agito in tutti gli ambiti possibili, andando a rivedere i contratti per la pulizia delle palestre e dello scuolabus, per il servizio mensa scolastica, per la pulizia del paese in genere, cercando di incrementare il meno possibile i costi per gli utenti. In tutta questa serie di tagli, abbiamo incrementato i sostegni nel campo dei servizi sociali, raddoppiando i sostegni alle famiglie in difficoltà anche in cambio di servizi per il comune.
Inoltre abbiamo investito, e molto a mio modo di vedere, un po’ in tutte le aree. In paese c’era molto da fare. Siamo partiti con l’Adsl e piazza Verlucca, passando per il rifacimento delle pavimentazioni delle nostre palestre, fino alla riqualificazione di Piazza Campegi e dell’area di Via Gramsci, al rifacimento delle centrali termiche delle scuole medie ed elementari, alla riasfaltatura di tutto il centro del paese, alla sistemazione del parco giochi, fino all’illuminazione a led di tutto il paese. Senza dimenticare l’accordo raggiunto con alcuni privati per la realizzazione del vialetto pedonale per il cimitero e la sistemazione della strada per Gambolò. Tutto questo, utilizzando avanzi di bilancio, sponsorizzazioni terze, bandi, le disponibilità su mutui già aperti ma con ancora dei residui da utilizzare e con l’accensione di 2 soli nuovi mutui:
- uno di € 200.000 per i lavori di asfaltatura del paese (inclusa l’area di via Gramsci);
- uno di € 351.615 per l’illuminazione pubblica.

Teniamo a precisare che il mutuo sull’illuminazione è sostanzialmente autofinanziato dal risparmio sul consumo annuo di energia elettrica, mentre la copertura che avevamo trovato per il mutuo per le asfaltature siamo stati costretti ad utilizzarla per la realizzazione delle centrali termiche delle scuole. Questo cambio in corsa è stato effettuato a causa delle novità imposte dal governo Letta a tutti noi. Inoltre abbiamo utilizzato contributi di terzi per alcune opere, in parte con coperture parziali dei costi (vedi per il pavimento della palestra delle scuole medie) o con la realizzazione totale da parte di terzi senza aggravi di costi per il comune (vedi caldaie delle scuole, parco giochi, strada per Gambolò).
A fine 2013, avevamo in pancia € 4.210.250 di mutui tra quota capitale ed interessi da pagare, con scadenze varie fino al 2034 per alcuni mutui sulle scuole elementari, sulle fognature e sull’acquedotto. Sono una bella cifra, alla quale noi abbiamo cercato di contribuire il meno possibile (vi ricordo che all’1/1/2010 il totale era di € 4.774.734).
Tutto questo bel quadretto ha poi dei riflessi anche sulle cassa del comune. Ovviamente non è semplice gestire una situazione nella quale le entrate non sono più certe, mentre parte delle uscite lo sono. Pensate solo all’Imu sulla prima casa del 2013: quante volte l’hanno tolta, rimessa, poi cancellata e sostituita da un contributo statale la cui prima tranche è arrivata “solamente” 2 mesi dopo che a Roma hanno annunciato in tv di aver dato i soldi ai comuni. Peccato che gli stipendi siano da pagare tutti i mesi, che i mutui a fine giugno e fine dicembre siano da rimborsare e che ci sarebbero anche i fornitori da pagare. A queste difficoltà si fa fronte utilizzando le anticipazioni di cassa. Purtroppo, nel 2013 ne abbiamo dovuto fare largo uso (previsti € 2.300.000), superando anche i valori del 2008 (€ 960.000) e del 2009 (€ 1.607.000) quando le entrate erano più certe e copiose, senza considerare che al nostro arrivo la situazione con alcuni fornitori era veramente critica, al limite delle procedure di pignoramento. Il dato va anche confrontato con gli anni 2010-2011, quando questa forma di finanziamento non è stata quasi utilizzata (anno 2010 € 372.500, anno 2011 € 5.500). Attenzione: questi numeri non sono il valore di “rosso” del conto…assolutamente no. Questi valori sono il totale delle somme del fido utilizzato (es. oggi ho un utilizzo del fido di € 100. Oggi il totale dell’anticipazione è € 100. Mi entrano € 20 sul conto, quindi il mio saldo del conto è -€80 mentre quello dell’anticipazione è sempre di € 100. Devo pagare una fattura di € 40, quindi avrò il totale del conto a -€120 ed un totale dell’anticipazione di € 140). Questi sono soldi che vengono poi restituiti nel corso della normale attività nel corso dell’anno, che purtroppo hanno un costo in termini di interessi passivi da pagare.

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